12 maggio. Giornata internazionale degli infermieri

12 maggio. Giornata internazionale degli infermieri

Marina Iemmi
Dott.ssa Marina Iemmi – Presidente OPI Parma

L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Parma ringrazia i 3.200 infermieri del territorio.


Il 12 maggio si celebra la Giornata internazionale degli Infermieri. Per l’occasione l’Ordine della Professioni Infermieristiche (OPI) di Parma esprime il suo ringraziamento a tutti i 3.200 professionisti del territorio, per lo straordinario impegno e l’abnegazione con cui svolgono il proprio lavoro.

Il grazie di Marina Iemmi, presidente di OPI Parma

“Insieme al Consiglio esprimo un sentito ringraziamento a tutti gli infermieri e le infermiere del parmense, in prima linea nei momenti complessi e tragici della pandemia da Coronavirus, non solo nei team sanitari che lottano per sconfiggere il virus, ma in tutte le attività di prossimità ai pazienti cronici e fragili” spiega la presidente dell’Opi di Parma Marina Iemmi.

“Nonostante le difficoltà, abbiamo mantenuto standard elevati di competenza, impegno e abnegazione, la voglia di approfondire le conoscenze e le procedure, per continuare a migliorare l’attività di cura e sostegno alle persone che necessitano della nostra vicinanza” aggiunge la presidente.

La giornata internazionale dell’infermiere

“Ovunque per il bene di tutti” è lo slogan con cui la FNOPI (Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche) celebra la Giornata internazionale dell’Infermiere, ponendo l’attenzione all’importanza della vicinanza e integrazione tra infermiere e paziente.

Oggi, infatti, gli infermieri e le infermiere non sono solo impegnati nei team specialistici degli ospedali e negli studi di Medicina territoriale, ma sono chiamati a svolgere un ruolo determinante nelle attività domiciliari e in ambiti speciali, quali il 118, la Protezione Civile, il carcere e tanto altro.

“L’infermiere è un professionista dinamico che nel tempo ha ampliato le proprie competenze per adeguarsi alle necessità degli assistiti, grazie anche ad una formazione continua, teorica e sul campo. Tutto questo senza perdere la capacità di accogliere e comprendere la fragilità delle persone che accedono ai servizi sanitari” conclude la presidente Iemmi.