18 agosto 1990: Parma ricorda l’equipaggio di “Charlie Alpha”, caduto sul Ventasso

18 agosto 1990: Parma ricorda l’equipaggio di “Charlie Alpha”, caduto sul Ventasso

cippo commemorativo charlie alpha parma
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A trentacinque anni dall’incidente che costò la vita a quattro professionisti in volo per salvare una persona, la comunità infermieristica di Parma si raccoglie nel ricordo e rinnova l’impegno per la sicurezza


C’è una data che nella memoria del sistema di emergenza-urgenza della nostra provincia non sbiadisce: 18 agosto 1990. È il giorno in cui l’elicottero del soccorso sanitario dell’Ospedale Maggiore di Parma, I-EHCA “Charlie Alpha”, un Agusta A109 in servizio per l’allora “Parma Soccorso”, precipitò sulle pendici del Monte Ventasso, nell’Appennino reggiano, durante un volo di emergenza. A bordo c’erano quattro operatori che incarnavano la migliore tradizione del servizio pubblico: Claudio Marchini, pilota; Anna Maria Giorgio, medico anestesista; gli infermieri Corrado Dondi e Angelo Maffei. Nessuno di loro fece ritorno.

La missione, la nebbia, l’impatto

Quella mattina d’agosto il decollo avvenne dalla piazzola del Maggiore per raggiungere Sologno, frazione di Villa Minozzo, dove un uomo era rimasto gravemente ferito da un colpo d’arma da fuoco. In Appennino, però, la visibilità era gravemente compromessa da banchi di fitta nebbia. Nonostante le cautele, “Charlie Alpha” impattò contro le rocce sul versante del Ventasso intorno alle 8.20. L’urto fu devastante e l’equipaggio perse la vita sul colpo. L’Italia scoprì, attonita, quanto fragile e allo stesso tempo preziosa fosse la catena del soccorso che ogni giorno si alza in volo per noi.

Il luogo della memoria: il cippo in via Casati Confalonieri

Dal 1991, di fronte al cippo lungo il viale che conduce alla sede del Cral Sanità in via Casati Confalonieri a Parma, si svolge ogni anno la cerimonia di commemorazione. È lì che ci ritroviamo: le Aziende sanitarie, le istituzioni, le Pubbliche Assistenze, i colleghi del 118 e, soprattutto, i familiari. È un appuntamento sobrio e composto, che non perde intensità con il passare del tempo. Anche quest’anno – nel giorno esatto dell’anniversario – la città si ferma un momento, ascolta i nomi, depone fiori, rinnova il patto con chi, in quel volo, ha dato tutto.

Il cordoglio che diventa impegno

Come Ordine delle Professioni Infermieristiche di Parma esprimiamo, ancora una volta, vicinanza e cordoglio alle famiglie di Claudio, Anna Maria, Corrado e Angelo. Accanto al dolore, c’è la gratitudine per un’eredità che parla a ogni turno, a ogni briefing, a ogni decollo: l’eredità di una cultura della sicurezza che quella tragedia ha contribuito ad accelerare e consolidare.

Negli anni successivi, il servizio di elisoccorso ha visto una progressiva evoluzione di procedure e dotazioni: maggiore attenzione alle valutazioni meteo e di scenario, standardizzazione delle checklist, addestramento integrato dei team clinici e di volo, investimenti su navigazione, comunicazioni e capacità operative. Oggi, l’elisoccorso dell’Emilia-Romagna opera con standard elevati e mezzi equipaggiati per missioni complesse, all’interno di una rete regionale che valorizza formazione, interoperabilità e qualità. Ogni passo in avanti – come ricordano le nostre Aziende sanitarie nelle comunicazioni istituzionali – è figlio di un percorso in cui memoria e prevenzione camminano insieme.

Le radici del nostro essere infermieri

Per la comunità infermieristica di Parma, il 18 agosto è un giorno che parla al cuore della nostra identità professionale. Ricordare Corrado Dondi e Angelo Maffei significa riaffermare una visione dell’assistenza che non si ferma alla competenza tecnica: prendersi cura in emergenza significa accettare la complessità, coltivare lavoro di squadra, comunicazione, lucidità. È difendere la sicurezza di pazienti e operatori con la stessa tenacia con cui difendiamo la dignità di chi soffre.

In questi trentacinque anni la nostra professione è cambiata molto: sono cresciute le responsabilità, si è consolidata la formazione universitaria, si è evoluto il sistema dell’emergenza territoriale. Eppure il cuore resta lo stesso: essere presidio di umanità dove il tempo è stretto, le decisioni pesano e la vita pende da un filo. In elisoccorso questo filo è letteralmente sospeso nell’aria; per questo l’etica della prudenza e la cultura della prevenzione sono parte integrante del nostro modo di essere professionisti.

Un ricordo che unisce la città

Ogni anniversario richiama la cittadinanza: il mondo del volontariato, le istituzioni, chi quel giorno c’era e chi ne ha sentito parlare dai genitori. Parma ha sempre riconosciuto in “Charlie Alpha” un simbolo: l’idea che il bene pubblico si serve anche in condizioni difficili, che il servizio sanitario è un patrimonio collettivo, che dietro ogni sirena c’è un’organizzazione fatta di studio, addestramento e responsabilità. L’abbraccio della città è una promessa: non dimenticare e trasformare la memoria in azione.

Il valore civile di un sacrificio

Il sacrificio dell’equipaggio è stato riconosciuto dalle istituzioni con il conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Civile alla memoria. È un gesto formale, certo, ma dice un contenuto sostanziale: riconosce che quelle vite sono state donate per un bene più grande, in nome della tutela della comunità. Per noi infermieri, quel riconoscimento è anche un promemoria: non c’è atto tecnico che non abbia una radice civica, non c’è abilità clinica che non diventi servizio.

Dal lutto alla consapevolezza

Delle tragedie, la memoria custodisce il dolore. Ma c’è un’altra eredità che, con rispetto, riconosciamo: l’aumento di consapevolezza. Ogni procedura aggiornata, ogni debriefing condotto con onestà, ogni segnalazione di quasi-incidente ascoltata davvero, ogni scelta di non decollare quando le condizioni non lo permettono sono pietre di un mosaico di sicurezza costruito anche a partire da quel 18 agosto. È una responsabilità di tutti: dei professionisti sanitari, dei comandanti, dei decisori, dei formatori. È, soprattutto, un atto di cura verso i pazienti e verso i colleghi.

“Volare” oggi: una promessa mantenuta

Oggi, quando un elicottero sanitario si alza in volo sulla nostra provincia, ogni parte della catena sa di portare con sé una storia e un impegno. È lo stesso impegno che ritroviamo ogni 18 agosto al cippo di via Casati Confalonieri: guardare indietro per guardare avanti. Perché ricordare significa anche proteggere: il paziente, i professionisti, la qualità del servizio.

Nel loro nome – Claudio Marchini, Anna Maria Giorgio, Corrado Dondi, Angelo Maffei – continuiamo a credere in un’emergenza-urgenza competente, sicura, umana. E rinnoviamo, come Ordine delle Professioni Infermieristiche di Parma, la nostra vicinanza alle famiglie, ai colleghi del 118, a tutte le donne e gli uomini che, in terra e in cielo, ogni giorno trasformano la cura in azione.

Non vi dimentichiamo. E la vostra lezione continua a volare con noi.

 

Video commemorativo

credits: Giuliano Bianchini, Alta Media